Antibiotico resistenza e interazioni

Pier Giorgio ha 84 anni.
Soffre da tempo di fibrillazione atriale, motivo per cui assume warfarin secondo INR, nebivololo 5mg 1 cp e furosemide 25mg 2 cp al mattino.
È anche in terapia per ipercolesterolemia, trattata con atorvastatina 20mg.
Di recente ha anche iniziato una terapia con potassio cloruro, 600mg una volta al giorno, per una carenza di elettroliti rilevata agli ultimi esami ematochimici.
Assume infine tamsulosina, 0,4mg alla sera, a causa dell’ipertrofia prostatica benigna che lo accompagna da una vita.
Negli ultimi giorni Pier Giorgio ha accusato dei fastidiosi bruciori urinari, per i quali, su consiglio del medico di famiglia, ha eseguito una urinocoltura. Il risultato non lascia spazio a dubbi: infezione da E. coli.
Il nostro paziente non è nuovo a questo genere di infezioni. In passato ha assunto frequentemente antibiotici, in particolare ciprofloxacina.
Questa volta, però, in base al risultato dell’antibiogramma non è possibile ripetere la solita terapia: i batteri sono diventati resistenti. Contattato telefonicamente il curante, viene prescritto trimetoprim/sulfametossazolo.
Risulta infatti ai primi posti tra gli antibiotici cui i batteri di Pier Giorgio sono sensibili, almeno secondo quest’ultimo antibiogramma.
Quando il medico torna in studio e inserisce l’antibiotico nella cartella clinica informatizzata, però, si accende un avviso: interazione rilevata! Cosa è successo?