Anticoagulanti a rischio interazioni

Remo è un pensionato di 83 anni.
Ha lavorato tutta la vita come muratore mantenendo la moglie e i 4 figli.
Le patologie che ha sviluppato nel tempo riflettono l’intenso utilizzo, protrattosi negli anni, delle sue pur notevoli capacità fisiche.
Remo attualmente è affetto da ipertensione, trattata con olmesartan 20 mg e idroclorotiazide 25 mg al mattino.
Soffre inoltre di lombalgia cronica/recidivante, in terapia con cicli di paracetamolo 500 mg più codeina 30 mg in associazione, 3 volte al giorno.
A queste patologie si è recentemente aggiunta una fibrillazione atriale, esordita con un episodio di afasia transitoria, attualmente in terapia con warfarin secondo INR.
I valori sono generalmente stabili, e il paziente si affida al suo medico condotto, comunicandogli una volta al mese i risultati dell’esame della coagulazione.
Negli ultimi giorni Remo lamenta un fastidioso mal di denti, localizzato in corrispondenza di una nota carie.
Chiama il suo medico che, nel sospetto di un ascesso dentario, prescrive telefonicamente amoxicillina/acido clavulanico, 1000mg 2 volte al giorno.
Il dolore sembra migliorare, ma al controllo del tempo di protrombina, effettuato nella settimana immediatamente successiva alla terapia antibiotica, i valori risultano aumentati: l’INR è 4.
Cosa può essere successo?