Antiipertensivi e interazioni

Antiipertensivi e interazioniCarmela ha 65 anni.
Vive a ridosso di una delle grandi ex centrali elettriche a carbone, ora chiuse, del nord Italia.

Quando viene in visita presso il suo medico di famiglia racconta sempre di come, da ragazza, stendeva sul balcone i panni appena lavati per ritirarli neri di fuliggine.

Ora la situazione è molto migliorata, anche grazie alla diffusione di un rinnovato sentimento di sensibilità ambientale di cui Carmela si fa portavoce con entusiasmo.

La sua storia clinica è infatti particolare, e la paziente attribuisce le proprie vicissitudini, almeno parzialmente, all’ambiente inquinato in cui si è trovata a vivere per decenni.

Circa 30 anni fa è stata operata per iperparatiroidismo primario, trattato con una emitiroidectomia.
10 anni fa ha subito l’asportazione dell’utero e 7 anni fa di entrambi i seni, a seguito del riscontro della mutazione del gene BRCA2.

Per fortuna le problematiche oncologiche non hanno portato a conseguenze a lungo termine.

Attualmente soffre di ipertensione lieve, trattata con bisoprololo 1,25 e olmesartan 20mg, entrambi assunti al mattino; osteoporosi, in terapia con alendronato 70mg 1 volta a settimana e vitamina D 50.000UI al mese.

A seguito degli ultimi esami ematici oncologici di controllo, si è inoltre riscontrato un nuovo lieve aumento del paratormone, per cui si è deciso di iniziare con un antiparatiroideo specifico, cinacalcet, 30mg al mattino.

La paziente si ricorda bene di quando, da ragazza, aveva sofferto di iperparatiroidismo: doveva correre continuamente in bagno per urinare, soffriva di coliche addominali per la stipsi e si sentiva debole e confusa tutto il giorno.

Spaventata dalla prospettiva del ritorno di questa situazione, si reca dall’infermiere di famiglia, che riscontra una lieve ipertensione nonostante la terapia in corso.
Comunica il dato al medico di famiglia che, senza rivedere la paziente, decide di incrementare leggermente la terapia anti-ipertensiva utilizzando una comoda associazione precostituita tra olmesartan, di cui mantiene il dosaggio, e idroclorotiazide da 25 mg.

Dopo qualche giorno, però, si ritrova la signora, agitatissima, ad aspettare fuori della porta dell’ambulatorio prima dell’apertura: “dottore, i sintomi mi sono tornati per davvero!”.

Il medico fa mente locale e capisce che questi possono essere causati da una interazione.


 idroclorotiazide e olmesartan
 idroclorotiazide e cinacalcet
 idroclorotiazide e vitamina D


 Crisi ipotensiva
 Ipercalcemia
 Insufficienza epatica


 Assorbimento ridotto a livello gastrico
 Inibizione dei citocromi epatici
 Riduzione dell’escrezione renale


 Sì
 È sufficiente una diminuzione del dosaggio
 No


 No. La paziente deve sopportare i sintomi
 Sì. È possibile aumentare il dosaggio di olmesartan
 Sì. Bisogna aumentare il dosaggio di vitamina D

 
 
 

 
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