Integratori, non sempre innocui!

una combinazione cardiotossicaPaolo, 57 anni, è un salutista. Lavora da 30 anni come promotore di assicurazioni sulla vita in una nota compagnia italiana. In questo ruolo, ha avuto modo di osservare in presa diretta ogni sorta di problematica legata alla salute. Infortuni stradali, malattie cardiovascolari e tumori: ad ognuno la propria sfortuna. Tutte con una caratteristica comune, secondo Paolo: la possibilità di ridurre al massimo i rischi utilizzando uno stile di vita equilibrato, che comprenda anche una attenta prevenzione. Forte di questa consapevolezza, Paolo, su consiglio medico, fa nuoto 3 volte a settimana. Mangia solo cibi vegani. Tiene monitorati i valori ematici ogni 6 mesi. Ha una assicurazione che gli garantisce un check-up annuale con tutti i principali specialisti (cardiologo, pneumologo, gastroenterologo, ecc.) che operano in una prestigiosa clinica privata. I risultati di analisi e visite sono normalmente eccellenti. Paolo soffre solo di valori lievemente aumentati di colesterolemia, su base familiare, e di sindrome del colon irritabile. Per la prima problematica ha assunto una terapia a base di statine per qualche mese. Successivamente questa è stata sospesa a causa di un indolenzimento muscolare sospetto, subito riferito al medico, che ha preferito non lasciare nulla al caso e cambiare farmaco. Assume pertanto fenofibrato, 160mg al giorno. Per la seconda problematica, Paolo utilizza una associazione di bromazepam e propanteina bromuro come antispastico e calmante nei periodi più stressanti, oltre a rifaximina a cicli, consigliata dal gastroenterologo della clinica privata. Il quadro risultante è quasi perfetto ma, agli ultimi esami, l’ecografia delle carotidi effettuata a scopo preventivo porta alla scoperta di una piccola placca lipidica, che occlude il lume vascolare del 10%. Paolo, spaventato, chiede “al volo” un consiglio all’ecografista, che risponde che è una situazione assolutamente non preoccupante e che, al massimo, potrebbe prendere un integratore per abbassare ulteriormente i valori di colesterolemia. Paolo non se lo fa ripetere due volte e si precipita in farmacia, dove gli viene consigliato un nutraceutico contenente 10mg di Monacolina K. Dopo 3 settimane dall’assunzione, durante una sessione di nuoto a stile libero, accusa un importante crampo al polpaccio destro, caratterizzato da un dolore invalidante e che non accenna a diminuire nelle 24 ore successive. Preoccupatissimo, si reca in Pronto Soccorso ritenendo di soffrire di trombosi venosa profonda. L’ecografia effettuata in urgenza esclude patologie coagulative ma le analisi del sangue evidenziano un notevole incremento degli enzimi muscolari, che risultano oltre 3 volte il limite massimo.


 Monacolina K e rifaximina
 Monacolina K e bromazepam
 Monacolina K e fenofibrato


 Rabdomiolisi tossica
 Emorragia intramuscolare
 Attacco di panico


 Effetto sinergico sulla rabdomiolisi e alterazione del metabolismo mediato dal citocromo
 Inibizione delle piastrine
 Alterazione delle proteine carrier plasmatiche


 Sì
 No
 È sufficiente una riduzione della dose


 Sì. È possibile sostituire monacolina k con lovastatina
 Sì. È possibile sostituire bromazepam con diazepam
 No. Va rivalutata la terapia nel suo complesso

 
 
 

 
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