Interazioni a colazione

Lina ha 83 anni.
Fino ad oggi non ha sofferto di particolari problemi di salute, eccetto per quelli che lei stessa definisce “i malanni dell’età”.
Da diversi anni ha presentato infatti: una osteoporosi di grado medio, trattata con acido alendronico, 70mg una volta a settimana oltre a colelcalciferolo, 25000 UI al mese; ha riscontrato inoltre da diversi anni delle tachicardie ricorrenti, da sempre attribuite ad una lieve sindrome ansiosa e in terapia con alprazolam, 10 gocce al bisogno.
A seguito dell’ennesimo episodio di tachicardia, di durata più lunga del solito, la nostra paziente decide di approfondire il sintomo e si reca in visita presso un cardiologo.
Lo specialista esegue un elettrocardiogramma e diagnostica una fibrillazione atriale parossistica.
La terapia in questi casi include: un anticoagulante orale, dabigatran, 110mg 2 volte al giorno; un farmaco per il controllo del ritmo, bisoprololo 1,25mg 2 volte al giorno; un diuretico per migliorare la funzione cardiaca, furosemide da 25mg, 2 compresse al giorno.
Lina inizia malvolentieri la nuova terapia.
Tutte quelle compresse la mandano in confusione!
Per non sbagliarsi le raggruppa in due assunzioni giornaliere, una al mattino e una alla sera.
La domenica successiva, però, deve assumere anche alendronato e, essendo la prima domenica del mese, anche colecalciferolo.
Lina sa che andrebbero assunte separatamente, ma pensa che tutte quelle pastiglie possano creare problemi gastrici, per cui decide di prenderle assieme alla colazione, che consiste in the con biscotti, un croissant all’albicocca e uno yogurt.
Dopo qualche settimana si reca dal curante e racconta delle sue difficoltà con le pastiglie.
Il medico di famiglia ascolta la storia e le raccomanda di tornare ad assumere una di queste pastiglie almeno mezz’ora prima delle altre.
Quale potenziale interazione ha riscontrato?