Lassativi, scegliere con attenzione

Anna Maria ha 82 anni.
Accanita fumatrice, non ha mai avuto particolari problemi di salute.
Almeno fino all’età di 77 anni, quando, a seguito di un infarto miocardico acuto, è stata ricoverata per scompenso cardiaco.
Dopo la rivascolarizzazione coronarica e la terapia diuretica di rito, la paziente ha presentato un pronto recupero e attualmente è in terapia solamente con bisoprololo 2,5mg, 1 cp al mattino, e digossina 0,250mg, 1 cp a mezzogiorno.
Da quando è stata ricoverata ha sviluppato una sindrome ansioso-depressiva reattiva, motivo per cui assume anche sertralina, 50mg alla mattina, e lorazepam 1 mg, 1 compressa alla sera prima di dormire e al bisogno per le crisi d’ansia.
Da allora, la paziente è diventata molto attenta alla propria salute e al proprio benessere.
Ha compreso che l’apporto di liquidi è molto importante, pertanto tiene monitorata attentamente la diuresi e le evacuazioni.
Per aiutare l’intestino, assume regolarmente macrogol 4000, 10g, 1 bustina ogni 2 giorni, consigliatole dal farmacista di fiducia.
Con i primi caldi estivi, però, ha notato che l’alvo è diventato irregolare: oramai è diversi giorni che non riesce a scaricarsi. Alla ricerca di un consiglio, esprime le proprie preoccupazioni alla vicina di casa, che le presta una confezione di un noto lassativo ai semi di senna, a suo dire molto efficace.
Anna Maria assume pertanto una compressa di sennosidi da 12mg e, verificatone l’effetto quasi immediato, decide di adottarlo al posto del macrogol, meno efficace.
Dopo alcuni giorni però presenta episodi di tachicardia, nausea ingravescente e comincia ad avere allucinazioni, nello specifico ritiene di aver visto dei ladri in casa pur in assenza di ogni segno di presenza di estranei o di effrazione.
Il marito, accortosi dello stato confusionale in cui si trova la moglie, decide infine di portarla in pronto soccorso, dove viene rilevata una interazione tra farmaci. Quale?