Mai assumere farmaci prescritti ad altri!

Ginevra, 25 anni, vive con la nonna in una grande città del centro Italia.
La ragazza si reca presso la farmacia del quartiere in cui abita: ieri è stata dal dentista per l’otturazione di una carie, e ha trascorso una notte insonne a causa del dolore legato ai postumi dell’operazione.
Anche l’assunzione nella giornata precedente di due compresse di paracetamolo da 1000 mg non ha sortito effetti. Pertanto, ha chiesto consiglio al suo medico di famiglia, che ha prescritto ibuprofene 600 mg due volte al giorno.
Dalla cartella clinica risulta che Ginevra ha già preso ibuprofene in passato, con beneficio clinico.
Mentre è in farmacia, coglie l’occasione per ritirare le medicine per nonna Bruna.
La signora, di 73 anni, soffre di fibrillazione atriale parossistica ed ipertensione. Per questi motivi il cardiologo ha impostato una terapia con dabigatran, 110 mg due volte al giorno, bisoprololo, 2,5 mg due volte al dì, furosemide 25 mg alla mattina e amlodipina 10 mg alla sera.
Bruna soffre anche di dolori artrosici, per i quali assume paracetamolo.
Ginevra consegna le ricette, le proprie e quelle della nonna, e il farmacista prepara i farmaci. Vedendo assieme sul bancone le confezioni, al farmacista sorge un dubbio, e chiede a Ginevra se effettivamente le compresse di ibuprofene verranno assunte solo dalla ragazza oppure se le utilizza anche la nonna.
Ginevra ammette candidamente che il dottore ha sempre prescritto ibuprofene solo a Ginevra, ma la nonna, trovando scarso beneficio dall’utilizzo di paracetamolo, integra spesso la terapia “al bisogno” con la medicina prescritta alla nipote, a suo dire più efficace nel controllare i sintomi.
Il farmacista spiega che ibuprofene, come tutti i FANS, interagisce con diverse medicine che la nonna sta assumendo cronicamente. Una di queste interazioni è pericolosa, e quindi istruisce accuratamente Ginevra affinchè si assicuri che la nonna non assuma simultaneamente ibuprofene.