Piede d’atleta in paziente politrattato

Mario, 55 anni, è un appassionato di nuoto.
Durante il periodo del lockdown è stato costretto, suo malgrado, a rimanere lontano dalle piscine, chiuse per l’emergenza COVID.
Da alcuni mesi, però, ha finalmente la possibilità di tornare ad allenarsi, per cui il nostro sportivo dilettante ha deciso di recuperare il tempo perduto con 3 sessioni settimanali di due ore.
La ripresa dell’attività fisica è stata caldamente consigliata anche dal suo medico di famiglia, in quanto Mario è diabetico e i valori di glicemia ed emoglobina glicata sono peggiorati nel periodo di forzata inattività.
Per il diabete, Mario assume regolarmente glimepiride, 3mg alla mattina, e metformina, 500mg a pranzo e a cena. Mario inoltre prende quotidianamente anche una compressa di ramipril (5 mg alla mattina) a causa di una lieve ipertensione arteriosa.
Negli ultimi giorni Mario nota un arrossamento e dei tagli dolorosi tra le dita dei piedi, per cui decide di consultare un medico. Essendo sabato, si reca in guardia medica, dove viene diagnosticata un’intertrigine (o “piede d’atleta”), un’infezione fungina, probabilmente propiziata dalla prolungata permanenza in ambienti umidi.
Dato che il paziente è diabetico, la terapia con antifungino topico viene affiancata da una terapia orale, e viene quindi prescritto fluconazolo al dosaggio di 200mg per 7 giorni.
Una volta inseriti nella cartella clinica tutti i principi attivi che Mario sta assumendo, però, si accende un warning, e il medico ferma la stampa delle ricette e decide di cambiare terapia.