Quando la sedazione diventa eccessiva

Caso clinico midazalom fluconazoloAmbrogio ha 87 anni.
È iperteso, motivo per cui assume amlodipina 10mg 1 compressa alla sera.
Inoltre, è affetto da diabete di tipo II in trattamento con metformina a rilascio prolungato, 1000mg 2 volte al giorno.

A causa di una onicomicosi non responsiva alla terapia topica, negli ultimi mesi ha poi assunto fluconazolo da 200mg, a cicli di 8 giorni al mese.

Il problema di salute principale di Ambrogio però è un altro.

Negli ultimi anni, è stato riscontrato un progressivo decadimento cognitivo, verosimilmente su base vascolare.
Questo comporta momenti di agitazione, alterazione del ritmo sonno-veglia, episodi di aggressività verso i caregiver.
Nonostante l’importanza di tale patologia, i figli hanno deciso di proseguire con le sole cure domiciliari e di rimandare l’inserimento presso una struttura protetta, contando sul fatto che uno di loro è infermiere ed è in grado di somministrare terapie normalmente appannaggio di ambienti di cura più avanzati.

Pertanto Ambrogio ha iniziato nel tempo una terapia antiaggregante con ASA 100mg più un gastroprotettore, pantoprazolo da 20mg.
Per gestire gli episodi di agitazione, è stata poi introdotta quetiapina 25mg 3 volte al giorno.
A causa dell’eccessiva soporosità conseguente al trattamento, si è passati a trazodone a dosi crescenti. Quest’ultima terapia si è rivelata però inefficace.

Essendo gli episodi di aggressività relativamente poco frequenti, si è infine deciso di impiegare il solo midazolam, 3mg e.v. al bisogno, con buoni risultati.

Ieri sera, a seguito di una crisi di agitazione, il figlio ha somministrato una fiala di midazolam, normalmente sufficiente a sedare Ambrogio per un’ora circa. Stavolta, però, dopo tre ore Ambrogio risulta ancora sotto gli effetti della terapia, motivo per cui il figlio, spaventato dall’anomala reazione al farmaco, decide di portarlo in Pronto Soccorso.
Come spesso succede in questi casi, una volta giunto in ospedale il paziente si è totalmente ripreso.

Il medico di PS però non è sorpreso, perché ha identificato una interazione che può aver provocato questa problematica. Quale?


 Midazolam e metformina
 Midazolam e cardioaspirina
 Midazolam e fluconazolo


 Aumento dell’affetto sedativo
 Inefficacia della terapia
 Aumento del rischio di emorragia


 Nefrotossicità additiva
 Inibizione del citocromo
 Aumento della concentrazione di Diclofenac


 Sì
 No
 Può essere corretta da un aggiustamento della dose


 No. Il paziente deve assumerli contemporaneamente
 Sì. È possibile sostituire fluconazolo con terbinafina
 Sì. È possibile sospendere amlodipina

 
 
 

 
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