Su col morale ma senza interazioni

Alberto ha 60 anni.
Circa vent’anni fa, a seguito di un trauma cranico sul posto di lavoro, ha presentato delle crisi epilettiche, motivo per cui, da allora, assume carbamazepina 400mg 2 volte al giorno.
La terapia sembra funzionare, dato che non ha più presentato attacchi.
Il nostro paziente soffre anche di ipertensione, per la quale assume olmesartan 40mg più amlodipina 10mg.
Negli ultimi mesi è stato sottoposto ad un forte stress: non va più d’accordo con il datore di lavoro, che minaccia di licenziarlo. Questo ha scatenato un peggioramento dei valori pressori, per cui si è resa necessaria una integrazione della terapia precedente con furosemide, 25mg 1 al mattino.
Per questi motivi, Alberto nota anche un peggioramento dell’umore. è depresso, si sente stanco e alla mattina fa sempre più fatica ad alzarsi per andare al lavoro.
Chiede aiuto al medico curante, che prescrive un antidepressivo, paroxetina, 20mg al mattino.
Inizialmente sembra stare meglio: il nostro paziente sembra stia recuperando le energie di un tempo. Però, dopo tre settimane dall’inizio del trattamento, accusa senso di debolezza estrema, tachicardia e quello che descrive come un senso di pesantezza alla testa.
Si reca pertanto in Pronto Soccorso, dove viene visitato dallo psichiatra per una rivalutazione terapeutica.
Lo specialista si accorge subito di una importante interazione che giustificherebbe i sintomi, pertanto ordina degli esami ematici che confermano la diagnosi.