I chip commestibili in arrivo dalla corazza dei crostacei

Nel laboratorio dell'Istituto italiano di tecnologia a Milano, un team di ricercatori ha sviluppato un chip commestibile che può essere ingerito senza causare danni alla salute.
Questo dispositivo rappresenta una nuova frontiera nella diagnostica medica e per la sicurezza alimentare.
Per stampare i circuiti, gli scienziati hanno usato l’oro, un metallo già utilizzato in cucina per decorazioni che sostituisce il classico inchiostro, e il chitosano, un carboidrato estratto dal carapace dei granchi e dei gamberetti, che fa da wafer e permette al dispositivo di funzionare.
Nello studio, pubblicato nella rivista Nanoscale, gli ingegneri dell’IIT hanno affrontato la sfida di stampare i circuiti elettrici utilizzando una tecnica a getto di inchiostro, ma con una soluzione di oro liquido nella cartuccia.
Questo approccio si è dimostrato più veloce e meno costoso rispetto ad altre soluzioni disponibili. Inoltre, il sottile strato di polisaccaride derivato dai crostacei ha la capacità di assorbire l'acqua presente nell'organismo, consentendo al dispositivo di funzionare correttamente.
Le possibili applicazioni di questi dispositivi sono molteplici.
Possono essere impiegati nella diagnostica per creare pillole digeribili che eseguono analisi lungo l'intestino e rilasciano farmaci.
Inoltre, nel campo alimentare, i sensori commestibili possono essere utilizzati per rilevare contraffazioni e garantire la sicurezza degli alimenti.
Ad esempio, possono segnalare se un alimento è ancora commestibile nonostante abbia superato la data di scadenza o se è già guasto anche se la data non è stata superata.
Questo potrebbe ridurre gli sprechi alimentari e prevenire malattie causate dal consumo di cibi contaminati.
Chitosan-gated organic transistors printed on ethyl cellulose as a versatile platform for edible electronics and bioelectronics