La mano bionica del futuro è migliore di quella vera.

La mano bionica del futuro è migliore di quella vera.Nell’ambito del progetto DeTOP, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito di Horizon 2020 e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’INAIL, è stata sviluppata una innovativa protesi bionica, innestata tramite osteointegrazione.

Questa tecnologia offre un controllo più naturale della protesi di mano e riduce il dolore post-amputazione.

Nello specifico, Karin è una donna svedese che ha perso la mano destra in un incidente agricolo più di 20 anni fa.
Da allora, ha sofferto di un dolore lancinante all'arto fantasma e ha trovato poco sollievo dalle protesi convenzionali disponibili sul mercato.
Tuttavia, la sua vita è cambiata quando ha ricevuto una protesi bionica innovativa che le ha permesso di indossarla comodamente per tutto il giorno, con un significativo miglioramento della qualità di vita.

Le sfide principali nella sostituzione degli arti con protesi artificiali risiedono nell'interfaccia meccanica con l'arto residuo e nella possibilità di fornire un controllo preciso.
Per superare queste problematiche, un gruppo di ingegneri e chirurghi ha sviluppato un'interfaccia uomo-macchina che consente di fissare la protesi allo scheletro del paziente tramite osteointegrazione.

Questo processo crea una connessione meccanica solida tra il tessuto osseo e il materiale protesico. Allo stesso tempo, vengono impiantati elettrodi nei nervi e nei muscoli per consentire il collegamento elettrico con il sistema nervoso.

Questo approccio integrato ha dimostrato di consentire un movimento più naturale della protesi e una significativa riduzione dell’effetto “arto fantasma”.

A highly integrated bionic hand with neural control and feedback for use in daily life