Le pastiglie in 3D per le terapie personalizzate

Le pastiglie in 3D per le terapie personalizzateAntibiotici con biodisponibilità ottimizzata.
Compresse con dosaggi sartoriali sul singolo paziente.
Polipillole comprensive di tutte le terapie croniche necessarie in un’unica somministrazione, così da limitare gli errori ed aumentare la compliance.

Sono solo alcuni dei benefici che la stampa 3D può portare al mondo del farmaco.
Se in passato questa tecnologia è stata limitata dalla velocità di produzione, ora non più.

In condizioni normali la stampa in 3D tramite stereolitografia consiste nella fotopolimerizzazione di uno strato alla volta di resina, dello spessore di pochi micron. Questo porta a tempi di realizzazione molto lunghi.
Ora i ricercatori dell’università di Santiago di Compostela, il MERLN Institute della University College London (UCL) e lo spinoff FabRx, hanno sviluppato un modo per polimerizzare in un colpo solo una intera vasca contenente resina. Il risultato è la stampa di una pastiglia personalizzata ogni 7 secondi, un tempo accettabile per produzioni in piccola scala, per esempio a livello di un singolo ospedale.
Sono innumerevoli le applicazioni.
Ad esempio, è possibile combinare i farmaci di una chemioterapia con altri principi attivi utili alla gestione degli specifici effetti collaterali presentati da un singolo paziente nel corso delle terapie precedenti.
Una terapia personalizzata che si integra con la farmacogenomica, la disciplina che studia le differenze genetiche che portano ad una diversa risposta individuale ai farmaci.
 
3d printing breakthrough enables custom tablets to be produced in just seven seconds